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L'avventura è servita. Qualcosa di me. Solo q.b.

lunedì 20 dicembre 2010

L'amico immaginario viene dagli USA.


Storie di un Toque nuovo e di ricette notturne
Capita che una sera tu abbia nostalgia di quelle colazioni all’ombra di bandiere straniere.
Capita che tu sia spalmato sul divano a vedere un vecchio film in bianco e nero.
Capita che una persona che ti ama veramente ti regali un Toque nuovo di zecca.
Big IdeaToque!
Bianco, intonso, leggero e dall’aria così professionale da mettere quasi timore, che troneggia appoggiato ad una lampada vintage dalla forma sferica. Si accende la lampadina e capita anche che, mischiando tutte queste componenti, si dia il via ad una sezione di cucina notturna.
Ricetta? Ladies and Gentlemen, welcome to Pancakes!
Indosso il mio Toque, un salto in frigo e uno in dispensa.
Prendete carta e penna e preparatevi a riempirvi di soffici, dolci e meravigliose frittelle americane.
Vi servono:
200 gr di farina
2 cucchiaini da tè di lievito in polvere
1/2 cucchiaino di sale
1 cucchiaio di zucchero
2 uova
250 ml di latte
3 cucchiai di olio di semi (o di oliva ma rimangono più appensantiti)

Una delle regole d’oro che ho imparato in cucina è quella di setacciare sempre la farina.
Darle leggerezza e “aria” è utile non solo per un’ottima resa ma anche per evitare fastidiosi e antiestetici grumi. Unite lievito, sale e zucchero. Mescolate e lasciate da parte. Fine primo round, segnato dal mio Ipod che inizia a suonare George Gershwin, con Rhapsody in Blue.
Continuiamo, in un secondo recipiente battete i bianchi con un pizzico di sale finché diventeranno decisamente consistenti. Terzo recipiente, battere leggermente i tuorli, incorporate latte e olio.
Sulle note di Summertime ho unito gli ingredienti liquidi ai solidi e mescolato fino a rendere il composto omogeneo, infine i bianchi d'uovo montati.
Fine secondo round. Consiglio spassionato: mettere la pastella a riposare un quarto d’ora in frigo. Lo consiglio anche per le crepes: per qualche motivo a me sconosciuto, di temperature, la resa sarà migliore. Ecco il momento cottura.
Ungiamo e mettiamo a scaldare una padella, diametro medio e fuoco moderato. La temperatura è il vero segreto per la riuscita dei vostri succulenti amici americani. Mettete non più di 3 cucchiai del composto per pancake, il diametro di ciascuno non dovrà superare i 10 cm. Non vi chiedo di essere “ingegneri edili” nel prepararli, ma vi consiglio di non farli troppo grandi: rischierete di otterrete una lievitazione inesistente e una cottura troppo asciutta. Il Pancakes deve essere soffice, piccolo e soprattutto impilabile! Piramidi dolci, grattacieli di pasta ricoperta di ogni leccornia, piani soppalcati di dolcezza. Questo è il vero risultato che renderà il vostro spuntino davvero fuori dal comune! Cuocete finchè la parte superiore non sarà “asciugata”, fate lo stesso anche per l’altro lato.
Pancakes in the middle of the night.
Sulle note di “An American in Paris” ho quasi ultimato la mia ricetta e la colazione di domani. Non ho sciroppo d’acero, come vorrebbe la tradizione… Ma il Pancakes è una di quelle ricette che io ho rinominato “da armadio”: possono infatti essere vestite, acconciate e arricchite secondo i gusti, gli ingredienti a disposizione e la fantasia del divoratore-goloso che le prepara.
Si conservano in frigo per diversi giorni, quindi (se vi concederete lo sfizio di prepararne una modesta quantità) potrete stupirvi della vostra tavola della colazione o dello spuntino,  ripetutamente!
Io ho optato per frutta fresca, miele e marmellata. Ne ho distribuiti e regalati, per allietare le mattine delle persone che amo: mi piace pensare che siano stati “vestiti e agghindati” in tanti modi differenti da altri sarti-mangiatori capaci e fantasiosi.
Una piccola chicca, Siccome mi piace sempre pensare ai bimbi e alla loro voglia di mangiare con divertimento e un tocco di novità, preparate alcuni dedicati a loro.
SmileMorning!
Magari come quello che ho inciso e creato io!
Un modo divertente per mangiucchiare una “faccia da focaccia” e rallegrare la merenda dei vostri cuccioli del cuore: potrete decorarla insieme a loro con panna, caramelle colorate e cioccolato! Inventate forme e personaggi di ogni genere, provenienza e storia.
Con il mio Toque in testa, e un pezzo di  Pancakes in bocca in piena notte, non posso che fissare e sorridere a quella “facciadafocaccia” e pensare ad un richiamo cinematografico… Una palla da Volley, soprannominata Wilson, amico muto ma fedele su una isola deserta: in questo io e Tom Hanks non siamo poi così lontani. Dovrei propormi come protagonista del dolce sequel di “Cast Away".

Cimentatevi e vestite le vostre “faccedafocaccia mede in USA”
Se non verranno al primo colpo bhè…
“Never give up, friends!” 

Questione di pratica e Buon appetito!
Cheffa Carlotta

mercoledì 15 dicembre 2010

Londra, frigo d'Europa.


ColazionePranzoCena.
Compleanno@London - ALL IN!
Perché non posso godermi un meraviglioso “Full English Breakfast” anche qui in Italia? Perché nei miei sabati mattina sabaudi devo sognare meravigliosi Pancakes, bacon, uova e pane tostato come se fossero utopie culinarie irraggiungibili? La prima colazione inglese è per me diventata una vera e propria passione. E’ piena, grondante e in quanto a ricchezza, è personalmente e decisamente classificabile come “prima, seconda e terza colazione”. Qualcosa che è ottimo per stomaci forti e che può tranquillamente saziare fino alla fine della giornata, magari spezzata da un paio di “Pint of Guinness” in perfetto stile English.
The Breakfast Club! WakeU
Fare colazione per gli inglesi è un vero e proprio modo per “spezzare la fame” (e probabilmente partire di casa rimpinzati come tacchini). E’ un lusso che vorrei concedermi qualchemattina nei miei weekend torinesi, giusto per spezzare quei 5 giorni fatti di "biscotti rinsecchini e caffè trangugiati di corsa" tra un preparativo e l’altro.
Non credo che nessun Inglese sano di mente faccia ogni singola mattina della sua vita un “Full English Breakfast” ma sposo a pieno la concezione anglosassone della colazione che sostituisce pasti, rinforza e produce “materia” da bruciare per i nostri cervelli a lavoro.
Sembra improbabile, qui, trovare un posticino decente in cui emulare la colazione inglese in piena regola, e per questo vivo nel ricordo del posto più speciale in cui abbia fatto colazione in terra Inglese, e nella mia vita.
TorreCardiologo.
Nelle mie mattine grigie mi immagino seduta ad uno di quei tavoli sullo sfondo color canarino, mentre inforchetto una pila di Pancakes con crema di latte e frutti di bosco freschissimi. Ho un paio di occhiali da sole retrò e un vestito leggero a palloncino fucsia. Capelli raccolti e un coprispalle rosa antico. Che meraviglia. (Ognuno sogna ciò che vuole per essere felice giusto?)

Ad ogni modo il “posto incantato” si chiama “The Breakfast Club” (nome credo commemorativo del film omonimo degli anni 80) e lo potete trovare in tre differenti “isole felici” a Londra: Hoxton, Angel o a Soho.
Send a message for me. Sir.
Alce a colazione@BreakfastClub
Vi posso assicurare che non ve ne pentirete! Io me ne sono innamorata da subito. Giovani di ogni nazionalità, oggettistica antica e moderna mischiata assieme, una carota gigante con un paio di Rayban, una simpatica alce di peluches… Mentre facevo colazione giuro di aver visto Elvis che mi guardava da una cornice sopra una mensola illuminata di lucine a fiore… Osservavo attenta l’affascinante cameriere-surfista, mi facevo rapire dalle mille foto e milioni di bigliettini sconosciuti che svolazzavano sopra la mia testa.  
Ecco un estratto delle colazioni migliori della mia vita, di cui una appositamente voluta e sognata per il mio 26° anno di vita. Un “Full English Breakfast” per festeggiare in compagnia: io, il colesterolo e le mie papille gustative in puro delirio di onnipotenza.
Date un occhio al sito e vi farete un’idea:
www.thebreakfastclubcafes.com o qui
Inebriatevi e promettetemi solennemente che,se metterete piede a Londra, vi accomoderete ad uno di quei tavolini… e io vi invidierò tantissimo.
Elvis mi guarda dall'alto.





Pane tostato, burro, confettura o marmellata, uova, bacon, salsiccia fritta, pane fritto… sembra disgustoso di prima mattina? Forse per noi italiani abituati a “perfavoreuncappuccioebrioches” si, ma vi posso assicurare che è una esperienza mistica che non va assolutamente baypassata, che voi siati nativi della City o semplici turisti occasionali abituati ai PanGoccioli.

Per una filo-inglese come me non c’è assolutamente storia: Londra è il frigo d’Europa!
Londra, come NY, contiene tutte le cucine del mondo e tutti i suoi profumi, sapori, essenze e ricette.  Amo quella città e la sua multietnia che spesso si sposa con il più classico dello street food. Chi ha viaggiato con me sa bene che mi perderei di fronte alle chilometriche vetrine di colorati e rigonfi muffin, che vivrei dentro uno Starbucks (che personalmente acquista il suo vero fascino solamente negli States e in GB) e che spesso mi commuovo per l’apertura notturna dei supermarket inglesi o davanti ad un fish and chips con i controfiocchi.
Lascerei teglie di Lasagne per un panino da Subway, abbandonerei volentieri la Parmigiana di melanzane per un paio di piccoli e zuccherosissimi Cupcakes, originali. Nelle mie mattine bevo caffè lungo, lunghissimo… Oh Yes! In barba all’espresso italiano.
Colazione a Londra, incontro anche te.
Sono fatta così. Sono strana e Londradipendente.
Mettete in agenda un mini viaggio all’ombra di Westminster. Non potete farvi scappare neanche una delle sue succulente portate.
Iniziate dalla colazione, e brindate a base di succo d'arancia, caffè lungo e sicuramente, “A Cup of Tea, Please!”

Ps. Dimenticavo! Il vostro “Full English Breakfast” è perfetto per la formula “mattina dopo”. Avete capito bene, miei cari amanti della birra e di tanti altri liquidi ad alto contenuto alcolico. La colazione salata anglosassone ha una segreta e conosciuta “capacità spugna” del dopo sbornia.
Quindi una vera colazione da campioni, della pinta.  (Vedi foto orrenda del "my.day.after" ed annessa espressione ....Provare per credere!
Almeno avrete la scusa per bere un paio di pinte in più, la sera prima!)
Nocomment. Anzi si: "pinte. Innumerevoli"



Everybody Cheers!
God save the Queen.

LadyCharlotte

martedì 14 dicembre 2010

La GommaVerdura!

Vi sapreste immaginare Lory Del Santo ai fornelli? O una attenta Vladimir Luxuria alle prese con la preparazione di un primo piatto? O ancora un affascinante Enrico Silvestrin con le mani in pasta?
Bhè, se proprio non riuscite a farvi una idea di come potrebbero essere stelle e stelline dello spettacolo alle prese con pentole, triti per soffritto e chiare montate a neve… mettete su La7 o La7d. In ogni orario spunta una puntata. Di domenica pomeriggio doppio appuntamento.
Oggi cucina il VIP
Il programma si chiama “Chef per un giorno” ed è arrivato alla sua quinta edizione: è un format Magnolia, ovviamente, e consiste in una idea semplice ma geniale.
In ogni puntata, un personaggio del mondo dello spettacolo veste i panni dello chef di un ristorante, e dovrà proporre e cucinare due antipasti, due primi piatti, due secondi piatti e due dessert a sua scelta per i clienti del ristorante, aiutato da uno staff di cuochi professionisti. Il cuoco-Vip inventa il suo menù e i nomi da inserire sulla carta che sarà a disposizione per la scelta della sala. Il tutto per un vero ristorante: nelle prime quattro edizioni per “La Durlindana” di Roma, mentre dalla quinta stagione per il “VOY” di Ponte Milvio, sempre a Roma. Una volta preparati i piatti, lo "Chef per un giorno" e gli altri cuochi assistono dalla cucina alle reazioni dei clienti - all'oscuro dell'identità del personaggio - ai piatti da loro preparati.

Tra i clienti del ristorante l’occhio attento del capo Chef dovrà andare al tavolo 0. Il temuto tavolo di critici, composto da tre esperti gastronomici:
Critico di Cuore.

      Primo critico: Leonardo Romanelli, toscanaccio Doc e autore di numerosi libri su vino e cucina.  Un uomo dalle papille gustative facili da conquistare (attraverso sapori semplici) ma sempre pronte alla critica pungente.. ma che si commuove davanti ad un tiramisù all'antica.   

PanoramaCharme
      Secondo critico: Fiammetta Fadda, critico gastronomico di Panorama.
La adoro!Con i suoi completini sempre perfetti,
con quell’aria Bon Ton affascinante e quella dialettica ricercata d’un
tempo. Vorrei fare il suo lavoro, da sempre.
Il mio Chef del Cuore!

     


      Terzo critico: lo chef Alessandro Borghese, uno degli chef che preferisco in assoluto per la sua semplicità e creatività tra i fornelli. Il mio Chef del Cuore da sempre: giovane, affascinante e charmant.  Il meglio del meglio. Colui che ricopre la seconda posizione della mia personalissima e strampalata classifica degli “Uomini che ci starebbero proprio bene in casa mia” ... Lo vorrei accanto a me in cucina, sempre! Anche per prepararmi una tisana.
I tre critici si godono la cena, cercando ad ogni portata di scoprire l’identità dello chef misterioso. Tre capaci Sherlock Holmes della forchetta, insomma. Svelata l’identità dello Chef, daranno un proprio giudizio alla cena, attribuendo una votazione che va da 1 a 5 cappelli.
Semplice vero? E’ un programma che per me è pura droga: non passa giorno che non vada a spulciare su La7d, La7 o La7.tv vecchie e nuove puntate. Davanti a quella enorme e strabigliante cucina sono passati nomi come Giampiero Mughini, Mara Maionchi, Carlo Lucarelli, Katia Ricciarelli… e tanti altri. Mi diverte la preparazione dei piatti, i commenti dei cuochi ma soprattutto poter sbirciare sulle mani capaci, o impacciate, di donne e uomini che non ti immagineresti mai ai fornelli.
Mi sono stupita moltissimo dei 5 cappelli a Gianni Boncompagni o a Massimo Ghini. Oppure mi sono dissociata dai 3 cappelli dati a Enrico Silvestrin e a Claudia Pandolfi.
In tutti questi anni da fedele spettatrice posso dire che il migliore è stato, e lo sarà in assoluto nei secoli dei secoli, Morgan. Puntata dello scorso anno. Credo Maggio.
Chef Morgan, DIVINO!

Marco Castoldi è stato un vero genio. Tanto da meritare il massimo, 5 cappelli con lode e sorriso.
Geniale dal nome dei piatti. Ha inventato due tipi di menù differenti: menù di destra, futurista, e di sinistra, della tradizione... Già da questo si nota l'approccio stravolgente!
Ecco i due menù:
RossoDIcuore!
Left
Pane di Lapa (Panino con lingua di manzo e salsa verde)
Melunera (Ravioloni di magro con cervello di agnello)
Nostalgia di Milano (Cassoela)
Rosso di cuore (Bonet con sanguinaccio)
Right
Gommaverdura (Gelatine di verdure alle alghe, zucca e caffè con liquirizia)
Anti-pasta (Brodo di pollo in 5 gusti: liscio, salato, pepato, al prezzemolo e ai petali di rosa)
l'Apollineo (Pollo alla griglia con zabaione all'Alchermes e zuccherini)
Amazzone (Mousse di ricotta e bitter con lamponi e fragole)
Anti Pasta


Come vini la scelta di Morgan è stata un Chianti Classico per tutte le portate.
Per i dolci un Gewutraminer Passito. Eccellenti entrambi.
Ha preparato ogni piatto con maestria, portando in tavola fantasia e creatività per tutti e 5 i sensi. Si è trasformato in un “Toque Matto” e la sua cucina è davvero diventata un “paese dei balocchi”. Nessun Vip aveva mai azzardato tanto! 
Il miglior piatto è stato la “Gommaverdura” due gelatine corredate da una spiegazione dello Chef. “Tappandosi le orecchie ne apprezzerete al meglio il suono. Da succhiare direttamente con la bocca, dal piatto. Provate!”
GOMMAVerdura!
Morgan ha stupito, divertito ed entusiasmato tutti i presenti in sala, gli spettatori e i critici tutti.
Chef Castoldi, sei un genio di estro, capacità e avanguardia.
Mi sono ripromessa di replicare esattamente due cene per gli amici: una per ogni suo meraviglioso menù, tutto da provare. 
5 cappelli, lode e sorriso.
Vi confesso che vorrei diventare famosa solo per fare la mia puntata di "Chef per un giorno" mi capita spesso di pensare ai piatti e ai vini che porterei in puntata, ai nomi dei menù… Per ora mi accontenterò, prima o poi, di sedermi ad uno dei tavoli del ristorante “VOY” di Roma, anche io alla ricerca dell’identità dello Chef segreto (e anche dello Chef Borghese).

Dunque! Non perdete l’occasione di guardare la puntata di Morgan.
Potete farlo direttamente con la Tv web on demand sul sito di La7.tv alla sezione “Chef per un giorno” o più semplicemente su YouTube, un assaggio subito qui sopra!
Cosa aspettate?
Guardate qualche puntata e penserete subito che:
Se Marina Massironi e Lory Del Santo hanno preso 5 cappelli, allora io sono il nuovo Heston Blumenthal!"
(Secondo miglior Chef al mondo dopo Ferrán Adriá… andiamo per gradi)

E’ proprio il caso di dire che con questo programma, ci prenderete gusto!
Buona visione e buon appetito!
Cheffa Carlotta

venerdì 10 dicembre 2010

Mi cibo di musica!


«Le canzoni sono come il cibo, se non le usi scompaiono»
Pete Seeger

Mi sono interrogata spesso sulla linea sottile di congiunzione tra musica e cucina. La gola è il peccato capitale per eccellenza, e come tale, è spesso ispirazione di musiche e  melodie degne di nota. Gli amanti veri di musica e cibo ritroveranno in entrambi caratteri comuni: entrambe ci ingolosiscono e ci inebriano. Talune volte le canzoni hanno un retrogusto amaro, altre troppo dolce, per non parlare di alcune melodie che abbiamo odiato per anni e che ad un tratto diventano la nostra colonna preferita… Proprio come succede per alcuni piatti.
Oggi servirò un Menù fatto di musica e cibo.

Antipasto alla Hold America
Apriamo con Louis!
Non ho una grande memoria storica di “hold Songs” che parlino di cibo ma sicuramente una tra le mie preferite è di Louis Armstrong – “Let's Call The Whole Thing Off” (che io adoro nella versione con Ella Fitzgerald) e che potete risentire qui.
In un verso, il celebre:
“You like potato and I like potahto,
You like tomato and I like tomahto” 

Ecco servito un piccolo richiamo al cibo e alla sua esatta pronuncia.
E’ una canzone meravigliosa che spesso fa da sottofondo al mio creare sui fornelli. Oppure fate una scarpetta con “Sexy Mexican maid” dei Red Hot Chili Peppers o "Banana Boat"  di Harry Belafonte

Secondo antipasto di Mare alla Genovese
Se rimaniamo in Italia ricordiamo l’incontrastata canzone-ricetta di Fabrizio de Andrè -“ 'A çimma”.
Fabrizio, mai sazi!
Amo molto Genova e sicuramente De Andrè è stato spesso cantore, ovviamente incontrastato, oltre che di grandi emozioni anche di molti cibi della sua terra… Come dimenticare le voci del mercato del pesce di Genova che si sentono alla fine di “Creuza de ma” che urlano e menzionano pesce in perfetto stile ligure?
E se non siete ancora sazi di antipasti, passiamo ai più classici: “Spaghetti a Detroit” di Fred Buongusto (sono certa che ognuno di voi ha accennato canticchiando almeno una volta il verso “Spaghetti, pollo, insalatina e una tazzina di caffe’…..”) e al classicone incontrastato "Viva la pappa col pomodoro" di Rita Pavone, ottimo per gli amanti del retrò che non passa mai.

Primi misti, Rock e non, all’italiana!
Come non citare “Lambrusco & pop corn” di Ligabue o “Ma che Bontà” interpretata da Mina.
"Ci si mastica a poco a poco"
Il piatto forte lo preparo con gli ingredienti di una delle voci femminili più intriganti del panorama italiano. Quella di Ornella Vanoni. Cibatevi del suo tributo all’amore con “Rossetto e cioccolato” Potete trovarla qui
Se preparate una cena per un amore - che sia confermato, voluto o sperato poco importa – io la farei risuonare dalle vostre casse. Perché no, ascoltatela con il vostro lui o la vostra lei: condirà il cibo e creerà l’atmosfera! Ne volete altre?

Che entrino i secondi! Piccanti!
« Voulez-vous coucher avec moi ce soir? » Non vi dice nulla?
Qualcosa vi dirà sicuramente, ma per concludere arrivate almeno al dolce!
MarmaladeSoSexy!
A bada gli ormoni, parliamo di musica… Ma sì! Il celebre verso della canzone “Lady Marmalade” del 1974 delle Labelle. Dopo molte cover, vi consiglio di ascoltare la versione originale: sensuale e provocante… a tavola una nota hot ci deve sempre essere!
Rilanciamo con una canzone che nessuno conosce ma che ho avuto modo di ascoltare questa estate durante le mie brevi vacanze in Costa Azzurra. Risuonavano dallo stereo di una casetta nel paesino incantato di Mougins, filtravano da tende leggere dietro una finestra aperta. Ero nel mio paese, nella mia casa. Il luogo dove mi sposerò... se mai sarò moglie lo sarò da quel posto da fiaba. La canzone in questione ha una melodia e un motivetto strano, ma complice il mare e il sole bianco, me ne sono decisamente innamorata da subito. Le sue note ci hanno accompagnato nel nostro meraviglioso passeggiare per quei vicoli incantati. Il titolo è "Les crêpes aux champignons" di Olivia Ruiz (la potete ascoltare e scoprire qui)
E’ un piccolo omaggio alla causa personalmente intrapresa da questa estate:“scovare improbabili cantanti francesi e farne una grande colonna sonora”. Devo dire con ottimi risultati anche grazie ad un inaspettato incontro con Charles Aznavour in un pomeriggio assolato sulla Croisette. Visto che siamo in Francia, fate ancora un boccone di "Les Chornichons" interpretata da Mina.

Passiamo ai dolci? Note caramellate e sapori zuccherosi.
Cesare. Tu lo sai.
Chi mi conosce bene, sa che ho una passione per il Cesare nazionale. Cesare Cremonini.
Anche e soprattutto per questo lascio a lui il lusso di chiudere questa carrellata.
Anche lui è passato attraverso ad alcune canzoni che citano il cibo e la cucina: “Marmellata #25” e il suo cibo consolatorio della solitudine.
Ma quella che racchiude l’animo da cuoco è sicuramente una recente traccia del suo ultimo lavoro
“La ricetta (per curare un uomo solo)” è la storia di un cuoco che nel suo creare ai fornelli trova la vera natura e la felicità.
Cesare da tanti non è amato, ma reputo sia un paroliere degno di nota e se vi piace la cucina prestate attenzione a questo testo. Per me Cesare è sempre Cesare. Io mi ci ritrovo moltissimo, appoggiate un orecchio, anche due, qui

Dunque siete sazi di parole e musica? Il brano, opss, il pranzo è servito. Sono una vera infinità le citazioni che si possono riportare, perché milioni sono le note che soffriggono sulle padelle della musica. Fatevi una vostra Play List e gustatela con le gambe sotto il tavolo o con le mani in pasta. Meglio se assaporerete cibo e musica contornati dalle persone che amate…

Non mi resta che brindare con voi tutti!
Sulle note di “Barbera e Champagne” di Giorgio Gaber.
Cin, Carlotta


giovedì 9 dicembre 2010

Piccoli e grandi Chef, Prêt-à-porter!

Piccoli ma stilosi, anche in cucina
Diciamocela tutta. Non fate finta di nulla... quando siamo in cucina siamo tutti un pò bambini.
In fondo ci piace pasticciare, sperimentare, piastricciare e impiastricciarci. Chi come me, trasforma la cucina in un enorme palcoscenico, sa bene che è più che normale trovarsi farina sopra ai capelli o linee di fard al cioccolato sulle gote. Il bello è proprio questo. Il bello è mischiarsi con il cibo, vederlo trasformarsi sotto i nostri occhi come in un gioco in piena regola.
Assaggio, studio, doso a occhio e spesso mi compiaccio (e talune volte mi disgusto).
Ho sempre cucinato sin da bambina assieme ai miei genitori ma sopratutto con i miei nonni.
Due grandi Chef dal cuore Piemontese, mani leste e geniali menti della tavola.
Ho un affettuoso ricordo che in cucina non mi abbandona mai: due mini grembiuli fatti apposta per me e mio fratello. Era la nostra divisa delle grandi occasioni, che ci insigniva della carica di "aiutanti mini Chef" sopratutto nella preparazione settimanale di pasta fresca di ogni genere... giornate in cui mangiavano grandi tocchi di pasta cruda per gnocchi... (Che poi ovviamente lievitava in noi con la stessa velocità con cui scoppiano i pop corn a contatto con il calore!)
Ad ogni modo erano due piccoli capi perfetti in ogni dettaglio, confezionati dalla nonna sarta. Indumenti in miniatura meravigliosi, che ancora oggi conserviamo gelosamente fra gli oggetti dell'infanzia. Che voi siate mamme e papà, nonni o zii sapete bene che far partecipare i più piccoli alla preparazione di ogni leccornia possibile è un momento di condivisione e gioco che non ha eguali. Ma non tutti hanno la fortuna di avere una capace sarta a disposizione dei più piccoli, come è stato per noi. Niente paura, ci pensa il web. Date una occhiata qui www.spottygreenfrog.co.uk
Con un click atterriamo in Inghilterra, mia reale nazione d'appartenenza ideologica, per vestire i più piccoli alle prese con il "Cooking Time!"
Piccole Principesse all'opera









Piccoli uomini in cerca di grandi ricette



Che i vostri cuccioli siano figli di amici, vostri piccoli amori del cuore credo valga la pena di fare un salto in un sito che ha attratto la mia attenzione. Toque da vero chef e grembiulini degni di passerella vestiranno in modo trendy e originale anche il più piccolo portatore di dita mignon impiastricciate di ogni ben di dio. Quasi tutti i modelli sono sotto le 10 sterline. Il Natale si avvicina e in cucina c'è fermento... Pensate ad un regalo di Natale originale e divertente! Ne vale la pena. Già solo per vedere le loro facciotte incorniciate da Toque di un certo livello. Principesse e Re con un cucchiaio di legno come scettro. 
Nessuno lo sa, ma anche Ferran Adrià, qualche decennio fa, ne indossava uno.
Dimenticavo. Se la vostra principessa è amante dei Manga e vuole un capo con cui distinguersi delle amichette, c'è anche la versione Geisha... il mio must personale.  Lo adoro.
Et voilà! Carlottà
CookingGeisha!


La Toque Fou. Un angolo da leccarsi i baffi.

Appoggio un cappellino da cuoco sul capo, accendo il forno e scaldo il cuore e la mia tana. In realtà non ho un Toque da cuoco, ma mi sono ripromessa di regalarmelo molto presto. Adoro l'idea di poter indossare una bianca, o perchè no, colorata meringa sulla testa. Divisa storica e inconfondibile di misteriosi domatori di linguine, maghi dai cilindri di soffritto e mangiatori segreti di zuccherosi cupcakes.
Nella mia vita ho usato la cucina come anti stress, ho utilizzato i fornelli come veicolo di conquista, ho spadellato pensando ai sorrisi dei commensali che si sarebbero cibati delle mie ricette.
E' un mondo da esplorare, uno strumento di comunicazione di genti, paesi vicini e lontani. Ovviamente anche un ottimo ingrediente per un blog, oltre che il desiderio che diventi una professione.
In questo periodo in cui mi trovo spesso a riempire le mie giornate di "sale e pepe q.b." ho deciso di condividere con volti conosciuti, e non, una passione importante che da sempre è un fil rouge nella mia vita.
Il profumo dello zenzero appena tagliato parla della mia parte piccante, la morbidezza della pasta brioches racconta del mio animo burrosamente dolce, una tavoletta di cioccolato extra noir narra dei tratti forti del mio io.
 
L'ultima nata in cucina
Si parla di desideri, di sapori e sensi che si sposano.
Di esperimenti di vita e cucina.
Con un grembiule in vita vi parlerò di me.
Voglio che siate tutti invitati alla mia tavola. Nessuno escluso, accomodatevi.
Metto a bollire l'acqua, ci sono infiniti racconti da buttare in pentola.
Sarò compagna invisibile, ma presente... come solo i grandi chef sanno fare. 
Vi conviene prendere posto. 

À bientôt, Carlotta